Il calendario è inesorabile, la data del controllo si è accesa nell'agenda: 19 dicembre
Il percorso lo conosco, l'ho fatto centinaia di volte.
A cambiare è l'emozione, un tempo era l'ansia, oggi è la serenità.
Il viaggio si ripete, ogni volta vedo i visi dei pazienti esprimere sensazioni faticose, conosco e riconosco tutto quanto.
Sento su di me la loro stanchezza e la loro inquietudine.
A quest'ultimo giro nella sala d'attesa dell'ematologia c'erano molti pazienti. Ho parlato con qualcuno di loro. E li ho rassicurati sul fatto di essere in buone mani.
Mi chiedono da quanto tempo sono in cura, quando rispondo oltre vent'anni vedo nei loro occhi la sorpresa. Questo posso fare concretamente, dare speranza e rinnovare la loro fiducia.Loro sono miei fratelli e mie sorelle di terapia
So che affrontano terapie durissime, tuttavia, per fortuna, meno dure di vent'anni fa.
La rivoluzione è arrivata anche per le cure del Mieloma, migliorando l'aspettativa e la qualità di vita dei pazienti,
Poi è toccato a me vedere il dottore, gli esami li avevo già consultati da qualche settimana, ma sentire da lui che va tutto bene mi da una sensazione di piacere enorme.
Mi sembra di volare.
Ho una gratitudine immensa verso tutti coloro che mi hanno salvato la vita.
Tornare in ospedale mi serve non solo per farmi visitare, qui torno in pace con il mondo.
È il posto giusto dove capire la differenza tra le persone: tra chi ti ha detto qualcosa in grado di ferirti e lo ha fatto con leggerezza, guadagnandosi l'etichetta di stronzo e chi invece si è dato da fare per salvarti la vita (come Rosa e Pino qui con me nella foto, loro erano con me durante i miei ricoveri vent'anni fa e sono ancora lì a fare i guardiani dell'Universo - il piccolo e enorme universo del reparto).
Ho avuto fortuna e sono stato curato, ma la fortuna è stata anche di conoscere delle persone con la mia stessa patologia e poter dar loro un sostegno fatto di parole e sentimenti veri.
Un piccolo aiuto a sopportare tutto, ad aiutarli ad allontanarsi da quella brutta bestia che ti mangia cervello e energia: la paura.
Ancora una volta riesco ad anticipare il Natale e uscire da via Venezian, appesantito dalle impegnative e dalle prenotazioni, e ritrovarmi stordito di gioia.
Ecco, in quel momento rinfresco anche cosa è l'affetto nei confronti di quelli cui voglio bene: sono loro i primi a cui devo raccontare tutto. E loro capiscono subito la profondità di questo sentimento. Addirittura, questa volta, l'ho potuto fare quasi in tempo reale, complice il Natale ho incontrato il mio amico G. direttamente in centro a Milano. Ci siamo scambiati discorsi e sensazioni sulle nostre vite e quelle di chi gira intorno a noi, o meglio di quelli che girano con noi. Niente bilanci solo sorrisi spossati, ma pur sempre sorrisi.
L'abbraccio finale è stato liberatorio e ha ricaricato un po' di energia..
A tutti quelli che mi vogliono bene tanti auguri magari con un bella fetta del vostro panettone preferito e una tazzina di caffé miscela bar 100% arabica macinata per la moka (che ha un aroma assassino). I miei amici lo conoscono bene.
Che verrà il giorno che spariranno tutti i rompicoglioni, sìIo sarò pronto lì a parlare, e con i limoniUno che è giallo, uno che è verdeUno che grida ma non si arrendeUno che piscia da sotto in suUno che canta solo "I love you".
E. Jannacci, Parlare con i limoni.
