Sono passati sedici anni, sedici anni di vita, sedici anni da quando sono nato dopo mio figlio. Tanti sono gli anni che sono trascorsi da quando è arrivata la sacca dal Minnesota con le cellule staminali della mia donatrice (che non conosco e che non conoscerò) e che, dopo il condizionamento (fatto di chemio ad alte dosi), è stata attaccata alle mie linee e alle pompe.
L'infusione è durata una mezzora o poco più, ogni goccia era una goccia di vita. E, lì con me, c'era la mia magica dottoressa coi capelli rossi che, insieme a quello alto con il pizzetto, sono stati adottati da me e la mia famiglia.
Quest'anno è speciale perché viene dopo la pubblicazione del mio libro SONO NATO DOPO MIO FIGLIO - LAURANA EDITORE (lo trovate qui https://www.amazon.it/Sono-nato-dopo-mio-figlio/dp/8831984896) in cui ho potuto raccontare la mia storia. E oggi è proprio il giorno che spiega il significato del titolo. Da allora sono in remissione dal Mieloma, il cancro del sangue che mi aveva colpito e che è stato curato dai miei dottori dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano: quelli che mi hanno salvato la vita insieme alle cellule arrivate dall'America.
Il libro è dedicato oltre che alla mia famiglia a tutti quelli che hanno lottato, che stanno lottando, che ce la faranno e soprattutto a chi non ce l'ha fatta. Questi ultimi meritano tutto il nostro rispetto, se qualcuno pensa che non si sono impegnati abbastanza e me lo dovesse dire, sappia che mi incazzo seduta stante.
Ho conosciuto la felicità perché ho conosciuto la sofferenza.
Ci sono persone che sono fortunate e non si rendono nemmeno conto di quanta fortuna hanno a non aver conosciuto il dolore e lo sconforto, ma sono insoddisfatti, perché non hanno raggiunto il budget o non sono riusciti a comprare quelle scarpe che volevano tanto.
Sono anime vuote, poi ci sono le anime di merda, sono quelle di chi tratta male gli altri, fregandosene dei sentimenti e dell'umanità, ne ho visti tanti. La chemio, le pompe, i trattamenti, il trapianto, le rinunce, le paure, le attese, la morte di chi è con te in sala di aspetto, ti scarnifica. Ti porta all'essenziale e, contemporaneamente, a un punto di vista fatto di purezza e limpidezza. Quella stessa purezza e limpidezza che ti fanno riconoscere e trovare le anime ricche, come quelle di chi mi ha salvato la vita, come quelle di chi ogni giorno deve fare delle terapie pesanti.
Io sono dalla vostra parte e dalla parte di tutti i fratelli che sono colpiti da questa malattia schifosa, si perché il cancro fa schifo. Non importa se uno è famoso o sconosciuto, sono tutti miei fratelli perchè tutti, ma proprio tutti, patiscono patologie e terapie. Piangono, sono preoccupati insieme ai loro cari.
La copertina l'ho scelta per cercare di trasmettere, luce, pace, tranquillità.
Chi salva una vita, salva il mondo intero. (Talmud)
Clicca qui per vedere la mia intervista RaiTre sul mio libro
#dontgiveupthefight
Grazie a tutti
Grazie a Milano.
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