martedì 18 aprile 2023

Oggi è il giorno in cui SONO NATO DOPO MIO FIGLIO: 17 anni dal trapianto

 


Oggi, come ogni anno dal 2006 festeggio il mio secondo compleanno, oggi, 17 anni fa mi somministravano le cellule staminali della mia donatrice, è il trapianto di midollo osseo che mi ha salvato la vita.

Sono fortunato, è passato tanto tempo e sto bene, la malattia è in remissione.

Essere libero dalla malattia è bellissimo, tuttavia spesso sento il peso di quello che ho vissuto; la diagnosi, le cure, i controlli.

Non sono stati, e non sono, anni facili, ne sento il peso sulle spalle, forse sono invecchiato; l'ansia mi divora, ho sempre paura di non riuscire a fare le cose, anche le più elementari.

Il lavoro ha un ruolo fondamentale in tutto questo, è da lì che arrivano gran parte dei pensieri; l'importanza che riveste è enorme, certamente perché è la fonte di sostentamento, ma anche perché è quello che mi fa sentire come gli altri, nonostante il cancro e i timori che esso porta con se. 

In questi 17 anni è cambiato tutto: il mondo, io, mio figlio, le terapie per il mieloma. 

So che sembrerà un ossimoro ma sono in uno stato di felicità malinconica. 

Vivo, parola meravigliosa, grazie a chi mi ha donato il suo midollo, un gesto di altruismo senza pari, più della vita cosa si può donare a un essere umano? Tuttavia, mi accorgo di vivere in una fase incerta della Storia, una fase in cui essere individualisti, egoisti e sprezzanti verso il prossimo, verso i più fragili, paga dividendi molto alti.

Non dico che tutti siano così, ma in molti ambienti si ritrova questo sentimento e per farvi fronte, per sopravviverci dentro, si consuma molta energia. Sono costretto a giocare sempre in difesa.

Dopo la malattia non sono diventato più forte, al contrario, mi sento fragile. Conosco quello cui si può andare incontro; ci sono i modi per uscirne, pochi, e quelli per rimanere intrappolati, tanti. 

Io ho trovato una strada, che sto percorrendo ancora oggi, la fragilità è come quella della corda lisa, consumata. Continua a funzionare, ma il rischio che si spezzi è sempre lì a tenerti compagnia. 

Tirando la famosa riga, quella di un bilancio, vedo, però, tutto con positività; il famoso bicchiere è sicuramente mezzo pieno. 

Ho una rete affettiva, composta da familiari e amici, molto solida, e una rete sanitaria (medici e psicologi) altrettanto robusta, questo mi consente di resistere alle trappole del disagio provocato da tutto quello che mi sembra che non vada. 

Un consiglio che mi sento di dare è di chiedere aiuto a chi è competente, di resistere il più possibile; non è detto che basti ma, noi, più che "provarci" non possiamo fare altro.

Un grazie immenso è per tutti coloro che durante tutta la mia vita mi sono stati vicini, li ricordo tutti. 

Un abbraccio.

Marco

Qui trovate il link al mio libro in cui racconto la mia storia https://www.amazon.it/figlio-Vivere-mieloma-cancro-inguaribile/dp/8831984896